Costi del conto corrente bancario

Ilenia Albanese
Esperta di conti correnti

Il conto corrente è uno strumento che permette di effettuare molteplici operazioni, come l’accredito dello stipendio o della pensione, l’emissione di bonifici e assegni, oltre ai pagamenti sugli acquisti e delle utenze. Però tutto questo richiede un costo.

Il costo complessivo di un conto corrente bancario è dato dalla somma di tutte le spese, le commissioni e i costi previsti dal contratto. Perciò, per calcolare quanto costa effettivamente la tenuta di un conto corrente non basta valutare il canone mensile o annuale, ma bisogna prendere in considerazione anche tutte quelle spese aggiuntive legate all’utilizzo del conto corrente.

Capire quali sono i costi effettivi relativi ad un conto corrente è utile a determinare se un prodotto è realmente economico o se con il suo utilizzo diventa eccessivamente oneroso.

Perciò, prima di scegliere quale conto aprire è importante valutare tutti i costi e le spese che si dovranno affrontare per la tenuta e l’utilizzo del servizio.

I costi sono tutti contenuti all’interno dei Fogli Informativi che, in genere, si trovano nella sezione Trasparenza nel sito ufficiale della banca. In alternativa, è possibile consultarli recandosi alla filale della banca stessa.

Si tratta di documenti molto dettagliati che, in alcuni casi, possono dimostrarsi difficili da comprendere. Tuttavia, in questi sono contenute tutte le informazioni necessarie, come l’ISC, che aiuta a comprendere l’ammontare complessivo dei costi.

Adesso, quindi, vedremo quali sono i costi legati al conto corrente e le principali voci di spesa da affrontare per la tenuta del conto.

Costi del conto corrente bancario

Cos’è l’ISC

L’ISC, o Indice Sintetico di Costo, o ancora Indicatore Sintetico di Costo, è un indicatore trasmesso dalle banche ai correntisti al fine di aumentare la trasparenza. L’indice è stato introdotto dalla nuova disciplina sulla trasparenza emanata dalla Banca d’Italia.

Infatti, rappresenta il costo medio relativo al conto corrente, in modo da effettuare un più facile e veloce confronto con i costi di altri conti correnti.

Questo dato è contenuto in tutti i Fogli Informativi e indica un costo indicativo relativo sia ai costi fissi che ai costi variabili. Naturalmente, non si tratta di un dato preciso che corrisponderà al costo complessivo effettivo speso entro la fine dell’anno, poiché viene calcolato su profili-tipo di utilizzo del conto.

L’ISC viene indicato in euro ed esprime il costo di un conto corrente permettendo di confrontarlo con altri prodotti presenti sul mercato. Viene indicato all’interno del Foglio Informativo.

Vediamo, quindi, come viene calcolato l’indice e in che modo può essere utile per chi apre un nuovo conto corrente.

Come si calcola l’ISC

Prima di capire qual è la formula che compone l’ISC è importante sapere che la Banca d’Italia ha delineato sei diversi profili di clientela per i conti correnti con un sistema di tariffazione forfetario. Questi sono stati individuati sulla base di variabili socio-demografiche. Pertanto, all’interno del Foglio Informativo e nei documenti di sintesi periodici sarà presente l’ISC per i diversi profili.

L’indice comprende le spese e le commissioni che possono essere addebitate al correntista nel corso di un anno, al netto degli oneri fiscali e degli interessi.

La formula utilizzata è: ISC = (12/t) x (CFt) + (12/T) x (CVT).

All’interno della formula vengono presi in considerazione:

  1. costi fissi
  2. costi variabili.

Quanto costa un conto: differenza tra costi fissi e variabili

Se si cerca una conto conveniente  non è sufficiente scegliere il prodotto con il canone mensile più basso. Infatti, alcuni costi importanti possono “nascondersi” tra quelli che vengono considerati i costi variabili.

I documenti suddividono i costi in fissi e variabili, e per ogni voce è indicata la commissione o la spesa corrispondente.

Costi fissi

I costi fissi di un conto corrente sono tutte quelle voci di costo da sostenere indipendentemente dalle operazioni effettuate. Questi, infatti, sono previsti solamente per la tenuta del conto.

  • Canone di tenuta del conto: può essere mensile o annuale
  • Imposta di bollo: dovuta al semplice fatto di aver aperto il conto corrente e viene corrisposta dalle persone fisiche con un saldo medio annuale che supera i cinquemila euro. A volte se ne può prendere carico la banca stessa
  • Canone delle carte di pagamento: le carte di debito e le carte di credito possono prevedere un canone annuale o mensile
  • Estratto conto: spesso è gratuito l’invio dell’estratto conto per via telematica mentre è a pagamento quello cartaceo
  • Spese di apertura del conto corrente: da corrispondere solamente al momento dell’apertura
  • Canone per l’Internet Banking: alcuni istituti bancari prevedono un canone per utilizzare in autonomia il conto corrente e svolgere operazioni da pc, tablet e smartphone

Tuttavia, alcune banche prevedono modalità per la riduzione delle spese fisse e del canone mensile, proponendo conti a zero spese o sconti (in base alle funzionalità desiderate).

Vi sono, inoltre,  conti correnti in promozione che, per un periodo di tempo o per determinate fasce di clientela, propongono spese fisse ridotte o totalmente azzerati.

Costi variabili

Ciò che permette di capire quanto sia effettivamente economico un conto corrente, oltre ai costi fissi, sono i costi variabili. Si tratta, infatti, di tutte quelle voci di spesa che variano a seconda del numero delle operazioni effettuate.

Questi costi possono aumentare a seconda dell’operatività del conto, per cui più si utilizza un servizio o una funzionalità, più si paga. Le voci più comuni sono:

  • Commissioni sui bonifici: che possono variare in base alla tipologia di bonifico, se effettuato verso una banca che appartiene all’area SEPA, se extra SEPA o se si emette un bonifico immediato
  • Commissione sui prelievi: quando si prelevano dei contanti presso gli sportelli automatici la banca può applicare una commissione che può variare anche in base alla banca a cui appartiene l’ATM. La commissione può aumentare nel caso in cui si effettui il prelievo fuori dal territorio nazionale o in una valuta diversa
  • Interessi in caso di scoperto: vengono calcolati in base allo sconfinamento e al tempo che il conto corrente rimane in negativo. Le banche applicano un tasso chiamato tan (tasso annuo nominale)
  • Domiciliazione delle utenze: alcuni istituti bancari prevendono una commissione sulla domiciliazione delle utenze
  • Spese di registrazione: la banca può offrire un certo numero di operazioni gratuite comprese nel canone. Una volta terminate, la registrazione delle operazioni prevede un costo di un certo importo

Alcune voci di costo possono prevedere cifre diverse a seconda se l’operazione viene effettuata tramite Internet Banking, allo sportello o in filiale. Altre commissioni, inoltre, possono essere previste per gli acquisti all’estero tramite carta di credito a cui si aggiunge il tasso di cambio.

Per evitare le spese legate alla tenuta e all’utilizzo del conto corrente, una valida sono i  conti correnti a zero spese, in cui il canone è azzerato e le spese variabili sono assenti o molto contenute.

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