Se hai una cessione del quinto in corso e hai bisogno di nuova liquidità potresti ricorrere al rinnovo della cessione. Vediamo dopo quanto tempo si può richiedere e a quali condizioni.
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Dopo quanto si può rinnovare la cessione del quinto
Con il rinnovo della cessione del quinto si ha la possibilità di richiedere un nuovo prestito, con un maggiore importo e/o una durata più lunga. Di solito si ricorre al rinnovo quando si ha bisogno di ulteriore liquidità e si sta già rimborsando un prestito con cessione del quinto.
Le regole da seguire per poter richiedere il rinnovo della cessione sono contenute nell’articolo 39 del DpR 180/1950. In particolare, l’articolo chiarisce dopo quanto si può rinnovare la cessione. Non è infatti possibile richiedere il rinnovo subito dopo aver firmato il contratto di prestito.
I tempi minimi da rispettare per poter rinnovare il finanziamento dipendono dalla durata del prestito:
- le cessioni del quinto che hanno una durata quinquennale possono essere rinnovate dopo un anno, se il nuovo prestito ha una durata di 10 anni e se il richiedente non ha mai chiesto prima un prestito decennale;
- in tutti gli altri casi, il prestito può essere rinnovato dopo che sono stati rimborsati i 2/5 (il 40%) del finanziamento.
La normativa specifica espressamente che il rinnovo della cessione del quinto ante termine è possibile solo nel caso dei prestiti della durata di 60 mesi. Quando è entrato in vigore il DpR i prestiti con cessione del quinto erano riservati soltanto ai dipendenti pubblici e potevano essere richiesti per una durata di 5 o di 10 anni.
In seguito, sono state apportate delle modifiche alla normativa: oltre ai dipendenti pubblici, oggi possono chiedere una cessione del quinto anche i pensionati e i dipendenti privati; inoltre, la durata del prestito può andare da un minimo di 24 mesi a un massimo di 120 mesi.
Queste modifiche successive hanno fatto sorgere dei dubbi riguardo a come interpretare correttamente la norma nel caso di prestiti con durata inferiore ai 60 mesi. A questo proposito, la Banca d’Italia è intervenuta per chiarire la questione e ha invitato gli istituti di credito a osservare quanto previsto espressamente dalla normativa.
Secondo l’interpretazione della Banca d’Italia, quindi, si può chiedere il rinnovo anticipato solo se la durata della cessione è di 5 anni. In tutti gli altri casi bisogna aspettare di aver rimborsato il 40% del finanziamento.
Cosa valutare prima di chiedere il rinnovo
La rinegoziazione della cessione del quinto implica due passaggi: l’estinzione anticipata della prima cessione e la nascita di un secondo prestito. Nel momento in cui si chiede il rinnovo, quindi, la banca presenta il conteggio estintivo del vecchio prestito e un preventivo per la nuova cessione.
Bisogna considerare che non tutto il nuovo prestito si trasformerà in liquidità aggiuntiva, perché parte del montante del nuovo finanziamento va usata per coprire il debito residuo e le spese accessorie della cessione che viene estinta.
L’importo che si può chiedere in prestito tramite il rinnovo dipende dalla durata scelta del finanziamento, dal tasso di interesse applicato dalla banca e dalla rata cedibile. Ricorrere al rinnovo è utile in particolare quando si ha bisogno di ulteriore liquidità e quando i tassi di interesse sono più bassi rispetto a quelli in vigore quando è stato chiesto il primo finanziamento.
Una volta che è stato rimborsato almeno il 40% del prestito si può richiedere il rinnovo anche a un istituto di credito diverso rispetto a quello che ha concesso il primo prestito. Per sbrigare tutto l’iter di rinnovo della cessione del quinto serve circa un mese.
Così come accade per una normale domanda di cessione del quinto, anche la domanda di rinegoziazione della cessione del quinto può essere rifiutata se non si rispettano i requisiti di reddito, lavorativi o se la banca giudica l’operazione troppo rischiosa a causa dell’età o della condizione di salute di chi chiede il finanziamento.