Il mutuo è una particolare tipologia di prestito tramite il quale una parte concede all’altra una determinata somma di denaro, per determinati fini, somma di denaro che il mutuatario deve restituire in rate mensili sulle quali grava una percentuale di interessi (più o meno pesante) che costituisce il reale guadagno dell’erogante (istituto bancario o società finanziaria).
Esiste, tuttavia, una particolare categoria di mutui che non prevede l’applicazione di alcun tasso d’interesse: si tratta del c.d. mutuo a tasso zero.
In questo articolo si parla di:
Mutui a tasso zero: come funzionano?
Il mutuo tasso zero è un tipo molto particolare di finanziamento che viene erogato senza la previsione di interessi da corrispondere.
Generalmente è anche privo di costi di accensione e di chiusura dello stesso. Questa tipologia di prestito è specificatamente stata introdotta in primis per aiutare determinate categorie sociali “da tutelare e proteggere” come le giovani coppie con basso reddito, pensionati, famiglie con particolari condizioni economiche che non permetterebbero loro di avere una casa.
Per tali motivi, il Parlamento aveva previsto di adottare – con la legge finanziaria 2019 – una serie di provvedimenti atti ad offrire la possibilità, ad alcune e ben definite categorie di soggetti, di richiedere un mutuo a tasso zero a fronte del possesso di determinati requisiti.
Si parlava, nello specifico, del c.d. “Pacchetto Sud” che prevedeva una serie di agevolazioni per l’acquisto prima casa e le concessione di un terreno per uso agricolo nella medesima area; una volta azzerato completamente il peso della parte relativa agli interessi da restituire, per i destinatari del mutuo a tasso fisso sarebbe stato previsto l’obbligo di restituire solo il capitale erogato.
Chi può richiedere il mutuo a tasso zero?
Ovviamente, tale tipologia di mutuo avrebbe dovuto essere destinata a dei soggetti in possesso di determinati requisiti, ed infatti il Governo – ai fini della presentazione della domanda di mutuo – aveva stabilito le seguenti condizioni:
- Coppie con due figli
- Volontà dichiarata di avere un terzo figlio entro i successivi 3 anni
- Possibilità di coltivare un terreno a scopo agricolo
Come si vede, si trattava di una misura pensata principalmente per favorire la natalità e dare sostegno ai meno abbienti, ma anche per ripopolare aree svantaggiate ed economicamente depresse; l’importo massimo da erogare era stato fissato in € 200.000 per una durata massima di 20 anni.
E tuttavia, il Pacchetto Sud è rimasto sulla carta, in quanto al progetto di legge non ha fatto poi seguito la pubblicazione in Gazzetta.
In ogni caso, è evidente che l’intento di tutti i Governi rispetto a questa tipologia di mutuo c.d. a tasso zero, è quello di considerarlo uno strumento utile a far ripartire l’economia delle famiglie e del Paese, prova ne è che il Governo ha inserito nella Legge di Bilancio un incentivo ad hoc per le imprenditrici agricole sotto forma di mutuo fino a 300mila euro a tasso zero.
Il bonus “donne in campo” prevede, infatti, l’erogazione di mutui non garantiti a tasso zero. I finanziamenti avranno una durata massima di 15 anni e prevederanno anche un periodo di preammortamento.
Le imprese agricole potranno richiedere fino a 300mila euro per investire nella modernizzazione di strutture e processi e per migliorare igiene e benessere animale.
La Legge di Bilancio ha previsto inoltre un fondo rotativo di 15 milioni di euro con la possibilità di nuovi stanziamenti.
Appare evidente la buona volontà dei nostri governanti tesa a far ripartire l’intera economia del nostro Paese per cui questo bonus per l’imprenditoria agricola femminile costituisce un vero e proprio incentivo.
L’agricoltura, infatti, è un’eccellenza del nostro Paese ed è la base per il settore eno-gastronomico; grazie al mutuo, le imprese potranno migliorare processi ed infrastrutture, ma anche finanziare in parte l’acquisto di terreni. In tal modo, le aziende potranno crescere sul mercato e contribuire alla ripresa del Paese.