Nel momento in cui ci si accinge ad effettuare una richiesta per ottenere un mutuo ipotecario per l’acquisto o la ristrutturazione di un immobile, tale richiesta deve essere sempre accompagnata da una serie di documenti e di garanzie che attestano la solvibilità del richiedente, e, quindi, la contestuale possibilità di ottenere la somma richiesta.
Tra questi documenti vi è anche il c.d. certificato di abitabilità.
Vediamo insieme in cosa consiste.
In questo articolo si parla di:
Cos’è il Certificato di Abitabilità?
Il certificato di abitabilità è un documento che certifica legalmente la possibilità di adibire un immobile ad uso abitativo garantendone lo status di sicurezza e conformità.
Negli anni, tuttavia, tale certificazione è stata sostituita con nuove normative, ed oggi è corretto riferirsi a questo documento – comunque necessario nell’utilizzo di unità immobiliari – con il nome di Segnalazione certificata di agibilità (SCA).
La ratio di tale documento la dobbiamo ricercare in ciò che lo stesso costituiva fino al 2001: fino a quella data, infatti, il certificato di abitabilità verificato da professionisti e sancito dal Comune, era fondamentale per poter utilizzare l’immobile.
Sostanzialmente, infatti, il documento serve ad attestare che un bene immobile può destinarsi ad uso abitativo perché rispetta requisiti di sicurezza, salubrità e risparmio energetico.
Senza il certificato di abitabilità rilasciato dal Comune di appartenenza, quindi, il proprietario di una casa non poteva abitarla.
Con l’introduzione del Testo Unico, secondo l’art.24 del DPR 380/2001, certificato di agibilità e abitabilità diventano la stessa cosa sotto il nome di certificato di agibilità.
Ed ancora, nel 2016 vengono apportate importanti modifiche al Testo Unico, in virtù delle quali viene stravolta di fatto la natura del documento.
Da quel momento, infatti, il certificato diventa “Segnalazione certificata di agibilità” (SCA), un’autocertificazione che il dirigente dei lavori o un esperto incaricato (architetto, geometra, ingegnere, ecc.) presenta al Comune, previa verifica e collaudo dell’immobile.
Nello specifico, tale certificazione deve essere richiesta per tutti gli edifici indirizzati all’uso permanente da parte dell’uomo; pertanto case, uffici, negozi, garage, ecc.
Costi e spese da sostenere per il Certificato di Abitabilità
Il costo dell’autocertificazione SCA non è facilmente determinabile, in quanto varia a seconda delle perizie, dei sopralluoghi e delle relazioni tecniche che il consulente incaricato deve provvedere a disporre ai fini del rilascio del documento.
In linea di massima possiamo dire che:
- diritto di segreteria al Comune di appartenenza (15-70 euro);
- collaudo statico (1.000 – 4.000 euro);
- conformità degli impianti (70-250 euro);
- tecnico e sopralluogo (100-1200 euro).
E’ possibile richiedere (ed ottenere) un mutuo senza certificato di abitabilità (SCA)?
Come già accennato, all’atto di presentare una richiesta per l’ottenimento di un mutuo per acquisto prima casa è necessario presentare una serie di documenti; fino a qualche tempo fa, tra i documenti richiesti vi era anche il c.d. certificato di abitabilità.
Oggi non è più obbligatorio, per cui se le parti contraenti sono d’accordo il mutuo può essere acceso lo stesso.
L’utilità e la necessità del certificato, infatti, gravano tutte sull’acquirente perché incidono quali garanzie del fatto che il bene immobile oggetto della compravendita sia effettivamente abitabile dandogli maggiore sicurezza al momento dell’acquisto.
Quello che è cambiato, infatti, è il contesto della responsabilità.
In altre parole, un acquirente può rifarsi sul venditore, esercitare il diritto di recesso, se questo attestato non esiste.
Le banche non entrano in merito a questo, perché il loro compito è soddisfare le richieste e stabilire il piano di ammortamento.
Diverso è il caso, invece, in cui oggetto del mutuo non è un acquisto di un bene immobile, bensì la sua ristrutturazione.
In tal caso, infatti, il certificato di abitabilità (o SCA che dir si voglia) è necessario affinché l’istituto bancario possa erogare il finanziamento richiesto. E ciò per due ordini di motivi.
In primis, i lavori possano influire sulla sicurezza, ad esempio in caso di realizzazione di una nuova scala, sull’igiene (ad esempio un nuovo bagno) o sul risparmio energetico (il rifacimento dell’impianto di riscaldamento).
Inoltre l’acquirente, al momento della richiesta del mutuo alla propria banca, ha bisogno di sapere a quanto ammontano le spese di ristrutturazione per poter richiedere la somma desiderata.
Per cui diviene necessario verificare il certificato di abitabilità al fine di poter stimare la spesa utile per completare i lavori o, in certi casi, per demolire l’immobile.