Mutuo da 50.000 Euro: meglio a tasso fisso o variabile?

Francesco Emanuele
Esperto di mutui

Per acquistare una casa, effettuare un intervento di ristrutturazione e per altri progetti, molto spesso è necessario rivolgersi a una banca o un’agenzia finanziaria per richiedere e ottenere un mutuo.

Le condizioni devono essere valutate attentamente per scegliere la tipologia di prodotto più adatta alle proprie esigenze e che soprattutto permetta di gestire il piano di ammortamento senza problemi.

Nella valutazione di un mutuo di 50.000 euro bisogna tenere in considerazione soprattutto la tipologia di tasso di interesse, le spese accessorie con particolare riferimento a quelle notarili ed eventuali vincoli.

In questo contenuto andiamo ad approfondire il focus sulla tipologia di tasso, in particolare se convenga optare per un mutuo a tasso fisso o variabile.

La differenza tra tasso fisso e variabile

I mutui per la prima casa e anche per la seconda casa si differenziano soprattutto per la tipologia di tasso.

In particolare, si ha l’opportunità di scegliere un mutuo da 50 mila euro con tasso fisso o optare per la tipologia variabile.

Con la sottoscrizione di un mutuo a tasso fisso si conosce con esattezza la rata che bisognerà pagare ogni mese durante il periodo di ammortamento.

Infatti, in fase di sottoscrizione, tenendo in considerazione il valore di alcuni indici, viene definito il tasso fisso e quindi l’importo che bisognerà pagare ogni mese.

Invece, con il tasso variabile la rata non è prestabilita, piuttosto deve essere calcolata di mese in mese in virtù dell’andamento di alcuni indici.

Nella valutazione, solitamente sia il tasso fisso sia il tasso variabilie prendono in considerazione l’Euribor, ossia il tasso a cui le banche scambiano denaro nel breve termine (viene molto spesso usato per il calcolo del tasso variabile) e l’Irs che è il parametro di mercato con cui solitamente viene invece calcolato il tasso fisso.

Quale tasso scegliere per un mutuo da 50.000 euro e perché?

Per effettuare una corretta valutazione su quale tasso scegliere per un mutuo, è necessario tenere in considerazione altre caratteristiche del prodotto, in particolare il periodo di ammortamento.

Infatti un conto è valutare un mutuo da 50.000 euro in 10 anni e un altro è quello di scegliere la soluzione più adatta per un mutuo 50.000 euro in 30 anni. Il perché è abbastanza semplice.

Il miglior approccio è quello di paragonare il tasso variabile soprattutto agli investimenti che hanno una durata pari almeno a 10 anni come se fossero dei piani di accumulo.

Il piano di accumulo è una sorta di risparmio che nel corso degli anni ti permette di aumentare il tuo patrimonio con l’obiettivo di avere un futuro roseo o di essere in grado di far fronte a una possibile emergenza finanziaria.

Potrebbe apparire come un controsenso ma un mutuo che ha un piano di ammortamento superiore ai 10 anni prevede come migliore soluzione il tasso variabile.

Questo perché nel lungo periodo le possibili oscillazioni del tasso tendono a stabilizzarsi offrendo un valore medio comunque più favorevole rispetto al tasso fisso.

Sono da scartare invece i mutui che prevedono delle varianti che potrebbero apparire anche vantaggiose come ad esempio quella che prevede il tasso variabile con CAP ossia un tetto massimo al di sopra del quale il tasso non può spingersi a prescindere dalle fluttuazioni del mercato.

Nello specifico, questo prodotto ha dei costi che purtroppo sono troppo onerosi soprattutto per quanto riguarda le condizioni di partenza.

Allargando ulteriormente il discorso, bisognerebbe anche valutare i costi accessori e soprattutto il tasso fisso in che percentuale ti viene offerto.

In linea generale in virtù di quanto abbiamo detto, al di sotto dei 10 anni conviene sempre il tasso fisso.

Inoltre se il tasso fisso al netto delle spese accessorie non supera l’1,50%, allora non ha senso optare per quello variabile anche se stiamo pensando a un mutuo di 50.000 euro in 20 anni.

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Mutuo da 50.000: costi tasso fisso e variabile a confronto

Come abbiamo evidenziato in precedenza, oltre alla durata del periodo di ammortamento per scegliere la migliore soluzione tra mutuo a tasso fisso e quello variabile, è necessario anche calcolare le spese.

Bisogna comparare la singola proposta rispetto alle spese di istruttoria e tutti gli altri costi previsti nella gestione della pratica.

Per legge ogni banca deve indicare in maniera chiara le spese che bisognerà affrontare e che ovviamente non sono riportate nel tasso annuo nominale.

Potrebbe accadere che un mutuo che proponga un tasso fisso molto basso magari al di sotto dell’unità percentuale richieda però spese onerose o peggio ancora l’obbligo di sottoscrivere un’assicurazione.

Le spese accessorie possono avere una certa rilevanza per cui è sempre bene calcolare in maniera precisa il costo di un mutuo a tasso fisso. Stesso discorso lo riproponiamo per il tasso variabile.

Bisogna calcolare l’atto notarile, l’imposta sostitutiva e tutte le altre spese previste dalla proposta.

Il vincolo temporale nella scelta della tipologia di tasso per il tuo mutuo

Se si sta pensando di richiedere un mutuo per acquistare la casa dei sogni e per qualsiasi altro progetto come quello di ristrutturare un ambiente, bisogna sapere che la soluzione migliore rispetto alla tipologia di tasso dipende dal periodo di ammortamento previsto e in parte dai costi accessori.

Solitamente al di sotto dei 10 anni si va sempre verso il tasso fisso, mentre da questo periodo in poi bisogna valutare l’aliquota del tasso fisso e le varie spese previste.

Bisogna tener presente che per avere disponibilità della somma ci vorranno almeno due mesi, per cui bisogna iniziare per tempo la procedura di richiesta per non ritrovarsi nel giorno del rogito senza questa cifra con tutte le conseguenze del caso.

Un consiglio in tal senso è quello di presentare una proposta di acquisto dell’immobile inserendo il vincolo relativo all’approvazione del mutuo presso la banca scelta altrimenti c’è il rischio di perdere la caparra versata.

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