Rendita conto corrente: cos’è e come si calcola

Ilenia Albanese
Esperta di conti correnti

Nella scelta di un conto corrente, uno dei fattori che si dovrebbe prendere in considerazione è la rendita sulle somme depositate.

I conti che presentano tassi d’interesse rilevanti, infatti, si dimostrano essere anche quelli più convenienti perché permettono al correntista di percepire un guadagno più o meno considerevole per il semplice fatto di aver versato denaro sul conto corrente.

In genere, i tassi d’interesse per i conti correnti non superano il 2%, mentre per i conti deposito si aggirano intorno al 4%.

Questi tassi permettono di calcolare il vero rendimento di un conto, ossia il guadagno sulle somme depositate sul conto al netto delle tasse e dei costi.

In questo articolo, quindi, capiremo cosa si intende per rendimento di un conto corrente, come si calcola e qual è la differenza tra il rendimento e gli interessi attivi. 

Cos’è il rendimento

I conti correnti che garantiscono un rendimento nel tempo sono i prodotti migliori per i cosiddetti “grandi risparmiatori”, cioè quei privati che mantengono sui conti importanti somme.

Con questa tipologia di conto, infatti, viene applicato un interesse attivo sulle cifre presenti che rappresenta, al netto delle tasse e delle spese, un guadagno più o meno importante.

Il rendimento, infatti, altro non è che il guadagno effettivo ottenuto da un investimento, un possibile ricavo ottenuto al netto delle spese.

Rendimento e interessi: la differenza

Il calcolo del rendimento è strettamente legato a quello degli interessi attivi sul conto. Tuttavia, a differenza del calcolo degli interessi, per individuare il reale rendimento bisogna tenere conto anche dei costi e degli interessi passivi.

Per cui, conoscere la formula che permette di calcolare gli interessi attivi è indispensabile per individuare il rendimento effettivo.

Come si calcola

Per calcolare il rendimento bisogna prima di tutto, come abbiamo visito, calcolare l’interesse maturato.

A questo, poi, si dovranno sottrarre gli interessi passivi, le tasse e i costi. Questi ultimi, infatti, sono sostenuti dal correntista anche per l’ottenimento del ricavo maturato nel tempo.

Bisogna, inoltre, considerare tutti quei costi sostenuti dal correntista per la gestione ed il mantenimento del conto.

Tra le spese da calcolare vi è la ritenuta fiscale, pari al 26% e obbligatoria per legge. La ritenuta, infatti, è regolata dal comma 2 dell’art. 26 del D.P.R. n. 600 del 1973 in materia di accertamento delle imposte sui redditi. L’aliquota, invece, è disposta dall’articolo 3 del D.L. n. 66 del 2014, lettera b) comma 7.

Questa tassa è imposta non solo sugli interessi attivi maturati sul conto corrente, ma anche sui conti deposito, a partire dal 2014.

In conclusione, possiamo dire che i conti correnti con un buon rendimento sono tutti quei prodotti che presentano spese e costi ridotti a fronte di un tasso d’interesse maggiore che garantisce, così, un reale guadagno.

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